(Purity Through Fire) Tra il black ed il pagan. Tra il folk e il dungeon synth. Il tutto in un cadenzare eccitante, maledettamente teutonico, diretto, inarrestabile! La band è al debutto, ma dietro le quinte si celano personaggi che annoverano appartenenze a realtà quali Mavorim, Totenwache e Meuchelmord, OVVERO gente che sa benissimo cosa serve per creare un album nuovo ma con un profondo legame tradizionale, sia musicale (classicismo della second wave del black) che storico… finendo inevitabilmente dentro un’atmosfera medioevale. Il dungeon synth emerge subito con un intro digitale lo-fi (‘8 bit’) capace di instaurare un clima tra l’epico ed il dannato. Aggressiva e catchy la breve “Stahlross”. Dopo un intro malinconico “Deprecatio” esplode con un black furibondo che non tarda ad evolvere ad un mid tempo guerrafondaio glorificato da keys suggestive. Sognante il piano dell’intermezzo “Interlude”, ancora dungeon synth per introdurre una title track possente, atmosferica, cadenzata, attraversata da un mid tempo che apre verso scenari verdi dispersi nel mezzo della natura… ricordando un po’ i favolosi Lunar Aurora. Pulsazioni micidiali con un groove travolgente grazie alla favolosa “Auf schwarzen Schwingen” (e torna in mente la band connazionale ed estinta appena citata), una canzone che evolve in molteplici direzioni, dal folk atmosferico al black più efferato. Epicità iraconda con “Ein endloses Nichts“, prima di un altro malinconico passaggio dungeon synth, affidato al conclusivo “Outro”. Album breve ma avvincente. Black metal indubbiamente germanico ben suonato, ben ideato, ricco di molteplici spunti ben amalgamati, capaci di soddisfare una ampio ventaglio di gusti in ambito black metal. Ma per gli Eisenkult la sintesi è ben più diretta ed esplicita: “Primitiver, deutscher Schwarzmetall”. E, francamente, mi risulta difficile dar loro torto!

(Luca Zakk) Voto: 8/10