(ATMF – Aeternitas Tenebrarum Musicae Fundamentum) One-man band islandese (l’artista, Einar Thorberg Guðmundsson, è anche nei Fortíð e nei Katla., insieme all’ex Sólstafir Guðmundur Óli Pálmason, oltre a essere un ex membro dei Den Saakaldte) che giunge al debutto dopo il consueto percorso attraverso split ed EP. Il disco, in realtà, è uscito lo scorso agosto in forma indipendente e solo ora trova finalmente un canale per una meritata diffusione più ampia grazie all’etichetta italiana, la quale ha saputo cogliere quel pizzico di originalità dentro un black metal che vuole comunque restare abbastanza ortodosso e tagliente, come dimostra l’opener “Exiled”. Basta però la successiva “Flight of Níðhöggr” per rendersi conto che non si tratta dell’ennesimo progetto che frulla riff a tutta velocità urlando in un microfono. Eldur, nel turbinio sonoro, apre parentesi atmosferiche, forse emozionali, mostrando un sentiero oscuro lungo il quale l’ascoltatore è subdolamente invitato a inoltrarsi. Riff canonici per il genere, ma anche divagazioni thrash, si alternano a momenti drammatici, a crescendo epici, a evoluzioni melodiche: tutti elementi che ritroviamo nell’ottima “Shapeshifter”, quasi ai confini con ipotesi di symphonic black. Trionfale “Murder and a Curse”, tetra “Svartálfaheimr”; irresistibile, catchy e con un tocco della fantasia perversa dei migliori Satyricon, “Second Life, Second Death”. Introspettiva, cosmica ma anche delicatamente atmosferica la conclusiva “The Dark Mountains”. Canzoni con quella matrice fredda e criptica tipica del black metal dell’isola scandinava, tuttavia senza tralasciare pesanti e ben amalgamate influenze provenienti da Norvegia, Svezia e, perché no, anche Francia. Una perla di black metal decisamente radicato e ben piantato su basi note, ma anche capace di evolversi, contorcersi, risultare originale e sorprendere in ogni momento.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10