(Mighty Music) La danese Mighty Music ha deciso di ripubblicare sul mercato europeo il terzo album dei giapponesi Eleanor, uscito originariamente nel 2016. Dal nome della band, che riprende la celeberrima canzone dei The Gathering, è facile capire che i nostri si dedicano a un gothic laccato e decadente: ostacolo alla fruizione di un occidentale è però il cantato. A meno che Shiori Vitus non abbia una pronuncia davvero pessima, infatti, i testi sono nella sua lingua madre, e questo, anche se non lo si vuole, genera ad orecchie italiane un effetto un po’ strano, quasi da sigla da cartone animato… la musica è comunque di buona fattura. Dopo lo strumentale d’apertura “Fall from Grace”, “Defying Gravity” ha un ritmo sostenuto e un bel solo di violino ‘sfrenato’ nel finale. Al netto del problema già evidenziato, è molto orecchiabile e indovinato il refrain di “Far beyond Distopia”; “Eternal Moment” sembra composta nei primissimi 2000, con le sue chilometriche scorribande di chitarra, mentre è elegiaca “Emypreal Beauty”, nel contrasto fra le chitarre distorte e la sopraffina interpretazione di Shiori. A dispetto del titolo, “Buried alive” ha dei momenti quasi trionfali e una linea vocale allegrotta; “Lazy Noise” è una ballad atipica, molto fondata sulle percussioni, che ben poco quadra con il resto delle canzoni. “Thirsty” sa molto di gothic inglese di fine anni ’90, ma sempre con un tocco nipponico; l’edizione europea è chiusa da tre bonustracks acustiche. Da questa parte del mondo, forse poco più che una curiosità.

(René Urkus) Voto: 6,5/10