(Black Widow Records) Che disco! L’essenza del rock, del blues, del r&b… della melodia, del soul, della ricerca melodica, del gusto, del fraseggio… con una chitarra divina, un basso superlativo e la voce di Monica che è così blues, così potente, così provocante e sensuale, capace di dare ulteriore energia a canzoni che sono già vive, dinamiche, potenti, coinvolgenti ed eccitanti! Crescita intensa rispetto al precedente “Swirl in Gravity” (recensione qui): crescita stilistica, crescita compositiva, crescita nel gusto del dettaglio, nel groove… dannazione quanto groove… e la stessa voce di Monica ha fatto un salto qualitativo immenso, compresa la resa del suo inglese che ora sposa molto bene quel timbro decisamente soul & blues… ma capace anche di salire di tono, diventare più sexy, più femminile, più brillante e coinvolgente. “Cry Your Eyes Out” apre tuonante: ritmo pulsante, riff travolgente, un delirio rock da maestri… e mentre Monica canta, si sente che il mastermind Lucio Calegari è là in fondo, irriverente e spavaldo, con quella chitarra che lui sa far cantare in maniera divina. “Face to Face” esplode col il sax, crea suspense per poi scatenare una ritmica piena di vibrazione e stile. “Bad Mood” è un assoluto capolavoro: voce ad altissimi livelli, ritmiche travolgenti con accenti marcatamente funky, linee di basso calde, possenti, tentatrici… ed una chitarra che ha molto, moltissimo da raccontare. Elettrizzante “Leaves”, sensuale ed intima “Losin’ Time”, sognatrice “A Good Man’s Brother”, cover dei Grand Funk Railroad. Ma è la strumentale “Beautiful Bastard” che distrugge ogni barriera, annienta ogni confine: un brano rock & blues assurdamente virtuoso con il bassista che si inietta un’overdose di classe, stile, playing… dando vita ad una base ritmica da urlo, sulla quale Lucio si scatena senza remora… imitato da un sassofono superbo che insegue le linee di basso come un segugio inebriato dall’odore della preda. Incontenibile “Carried By The Winds”, deliziosa la radice slow blues della ballad “Here is Nowhere”. Sulla cover di Betty Davis, “If I’m In Luck I Might Get Picked Up” non mi esprimo perché potrei risultare troppo blasfemo per i puristi… ma sentitevela con questa vocalist. Il disco chiude con stile ed autorità, grazie ad un outro -la title track- malinconico, un saluto, un congedo, quasi una pace dei sensi dopo la furia irrefrenabile provocata da un disco esaltante, incitante, aizzante, sfacciato e provocatorio. Nell’eterna ricerca dell’artista di qualità, ricerca spesso che guarda fuori dai confini nazionali… ti rendi conto ad un certo punto che il vero talento è qui, vicino, parla la tua lingua e mangia quel che mangi tu ogni giorno. Ma si tratta di un talento poderoso e ribelle, che non si fa spazzare via dal vento, anzi, lo cavalca, lo domina e lo sfrutta a suo piacimento. Un talento senza guinzaglio, redini o briglie. Un talento che ignora i confini, che rende labirintica la ricerca, un talento che non ha limiti e che non si ferma davanti niente e nessuno: il talento degli Electric Swan!

(Luca Zakk) Voto: 9/10