(GoreGoreCords) Gli Electrocution nel 1993 pubblicarono l’album “Inside the Unreal” (ristampato e QUI recensito) che consegnò la band alla leggenda e al contempo a un destino incompiuto. A causa di vicende interne ed esterne alla technical death metal band emiliana, nel 1997 questa cessa di esistere. Nel 2014 un nuovo album “Metaphysincarnation”, poi i successivi assestamenti di formazione portano il solo Mick Montaguti alla voce ad essere oggi l’unico ad avere suonato nell’album d’esordio. Il prog-technical death della band si ripresenta fresco, pur mostrando un legame con l’old style attraverso una tecnica suprema. Forse anche troppo debordante, perché in alcuni momenti si ha la sensazione di avvertire il ‘troppo’ nell’esecuzione dei musicisti bravi e violenti. Perché, va scritto, questo album sin dal principio manifesta una violenza distruttiva e spietata. La band esercita una lucida esecuzione a velocità elevata, scagliando i propri strumenti a regimi importanti e pur presentando variazioni, arresti e ripartenze, non si odono sbavature o farzature eccessive. Il death metal suonato oggi dagli Electrocution è in linea con i tempi, per come intreccia violenza, tecnica e potenza. In un certo senso “Psychonolatry” rispetta la storia musicale della band, la sua tradizione e come essa si pone verso il genere.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10