(Electric Valley Records) Il quarto album di questa pachidermica band sarda votata allo stoner, con riffoni pesanti e a momenti anche ipnotici. Stoner, doom, heavy psych, desert rock e tutto per un sound gonfio, appunto pachidermico come il nome della band. “Western Wilderness” si stabilizza in questo suonare fatto di riff imponenti, un cantato a tratti non lontano dalla vocalità di Ozzy e per tanto è facile pensare all’hard rock di matrice settantiana con queste premesse. “Western Wilderness” suona esattamente uguale dall’inizio alla fine e nel mentre però gli Elepharmers suonano variando i pattern, l’acidità di certi passaggi, la loro ipnotica potenza o la vibrante melodia che riescono a incarnare. Con più ascolti l’album offre più chiavi di lettura, invita a molteplici riflessioni perché in fondo possiede un’atmosfera evocativa che lo percorre nella sua interezza. In essa si scorgono esempi illustri, come Kyuss e Black Sabbath, però questo insieme include molti canovacci di stile quelli già succitati, però anche il desert rock. Un sound spiazzante a volte, strutturato nella sua interezza, colmo di una coltre granulosa nella quale ribollono riff, ritmi e astrazioni personali.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10