(Autoproduzione) I suoni, in questo lavoro, si levano vibranti e densi e le canzoni pulsano di note legate allo stoner e cotte dal sole desertico. Un album fatto in terra di Sicilia da elementi provenienti da Omega, Undead Creep e Horcus. Musicisti che assemblano note poderose, udibili fin dall’iniziale “Technicolor Widow”, ma anche note contaminate, come dai Soundgarden in “White Smoke” o il dichiarato tributo agli Electric Wizard, in “Electric Mountain”. Suoni spessi e intrisi di melodie rocciose, melodie sublimate dal basso immenso, dalla batteria mai doma e da un atteggiamento del songwriting  ruvido e sporco. Si ripercorre un viaggio nelle lande dei Kyuss (soprattutto in qualche passaggio di “Burned by a Million Quarsars”) o nelle festose e casiniste trovate dei Spiritual Beggars (come in “Ganesha”). Nomi fatti per definire il clima di questo album degli Elevators To The Grateful Sky. Niente è nuovo, ma tutto riempie gli altoparlanti e li mette a durissima prova per quasi mezz’ora. Dura poco questo “Elevators To The Grateful Sky”, ma i sei pezzi testimoniano attraverso suoni immensi e acidi un impianto stilistico che può maturare ancora.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10