(Hummus Recods) Quarto album per questo interessante progetto svizzero. Rock, soft rock, rock alternativo, sempre farcito di idee interessanti, attraenti, con una visione introspettiva profonda e molto analitica. “Shifting Forms” osserva i cambiamenti, ponendosi domande sulle cause, sugli effetti: l’azione è decisa da chi la esegue o è forse un invito da parte di chi o cosa la subisce? E dentro questi confini, questi estremi, si cela una galassia di possibilità, di forme, di mutazioni, di versioni diverse delle cose, dei fatti, di noi stessi. Sognante “Devour The Sun”, intima “Dormant Plants”, uggiosa la bellissima “Contact Zone”. Esplosiva e imprevedibile “Change My Name”, rilassante “Think Like A Mountain”, geniale la title track, nella sua apparente semplicità musicale. Un rock caldo, spesso malinconico, vagamente tendente alla dark wave, suonato divinamente, concepito con fantasia e arrangiato con maestria. Un disco che vuole focalizzarsi sugli spazi creati dai luoghi che ci fanno sentire bene, luoghi nei quali possiamo trasformarci, dilatare il tempo, sentire che il nostro respiro non è poi così lontano dalle maree che si muovono in sincronia con la luna. Luoghi magici, nei quali rifugiarsi, difendersi e, a volte, nascondersi fino a scomparire completamente.

(Luca Zakk) Voto: 8/10