(Mighty Music) A tre anni dal debutto “Nothing”, i danesi Empire Drowns si perfezionano, mantengono le radici del loro sound iniettandoci molta personalità, spingendo sul pedale del death e del doom melodico, del melo-death gotico al quale si sono sempre esplicitamente ispirati. Trionfale ma lacerante “Volcanic Funeral”, monumentale nella sua brillante decadenza “A Choir Of Fallen Angels”, scatenata la chitarra solista nell’affascinante “Doomsday Clock”. Tetra, funerea e inospitale “Stoneheart”, assurdamente catchy “Santiago Sunrise”, concetto che vale anche per la rocambolesca e misteriosa “The Great Flood“. La title track è pesante, possente, melodica, e riassume perfettamente la visione stilistica della band; poi arriva “Silence”, incalzante e stimolante, prima della drammatica e conclusiva “Life Is Fading”. Sonorità gelide, tipiche del nord, ma anche calde, solari, quasi etniche, tanto che l’infinita malinconia diventa atmosfera, con una grossa dose di aggressività incanalata in modo da diventare pulsante, ritmata, cadenzata, dannatamente marziale. Un turbinio sonoro ampio seppur ricco di dettagliate visioni introspettive, dentro un’oscurità tanto impenetrabile quanto irresistibilmente bella e attraente, alimentata da chitarre potenti e melodiche, linee vocali con growl devastanti, ritmi mai troppo veloci comunque sempre immensamente esaltanti, con quel tocco di spettrale decadenza. Certo, si sente la scuola di Paradise Lost, My Dying Bride, Katatonia e Anathema… ma questi alunni hanno studiato molto bene e, finalmente, hanno raggiunto una ben marcata identità stilistica, capace di dar vita a un disco piacevole, coinvolgente, capace di catturare l’ascoltatore per diversi ascolti successivi.

(Luca Zakk) Voto: 8/10