(Fono Records) Difficile inquadrare gli Endname, al primo ascolto non mi sono venuti alla mente dei nomi già conosciuti e neanche poco conosciuti per la verità. La lunga intro che fa apertura all’album si è dimostrata fin da subito una traccia solida e ben strutturata, in cui i vari componenti han mostrato affiatamento e voglia di mettersi in gioco. Strutture abbastanza complesse ma lineari nello svolgimento. Poi, man mano che l’album si schiude, si sono aggiunti elementi prog caratterizzanti da suoni astrali e alieni che portano in lidi sconosciuti, descrivibili solo tramite note incerte e soffuse. Questo però fino ad un certo momento. Poi una nuova svolta. Inserti più pesanti si insinuano via via nelle tracce, il suono diventa più oscuro ed epico allo stesso tempo contribuendo all’alienazione che nel frattempo si è creata nella mente dell’ascoltatore. Nonostante il numero relativamente esiguo di tracce, la lunghezza media non indifferente delle stesse, la capacità compositiva ed esecutiva del combo e le cangianti sfumature sonore rendono l’ascolto piacevole e senza cali di attenzione. Ideale colonna sonora dei nostri sogni inconsci.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10