(Gore House Productions) Andrew Sutton, voce e chitarra, Mike Simon, batteria, e Nick Scott, al basso, con questo nome scelto per la loro band, non promettono nulla di rassicurante! Brutal death metal come da pronostico, in questo full length d’esordio, come da copione anche per il loro precedente, ed esordio a tutti gli effetti, EP “8.1.2.”. Sono quasi stupefacenti quando in “‘I Bless The Slams Down In Africa” omaggiano almeno in apertura i Toto, oltre a dimostrare quanto amino andare cauti nelle andature per poi sparare delle intermittenti e convulse cavalcate. Le arrestano e le riprendono queste schizzate maniere di suonare e che sono un modo di fare si brutal, ma controllandone l’atrocità intrinseca. Nonostante i Engutturalment Cephaloslamectomy siano opprimenti come tutte le brutal death metal band, i loro pezzi sembrano ubbidire a delle regole a noi sconosciute. Le andature sono appunto dei flussi che possono diventare impetuosi o serrarsi dietro a momenti di opaca ma turpe cattiveria. I tre si dimostrano dei buoni musicisti, nella resa finale. Mike Simon ha un tocco controllato e non cerca necessariamente la forza o la velocità – fatta eccezione per la fulminante “10,000 Slam Thots (In One)” – e proprio il fatto che lui e gli altri puntino anche su tempi bassi e medi, ne risalta quanto sa fare in fatto di arrangiamento. Anche Andrew Sutton svolge un buon lavoro con la sei corde. I suoi riff sono delle trame non intricate, ma continue. Il suo cantato è ovviamente gutturale. Lode anche a Nick Scott che col basso anche se troppo compresso nel suono, resta un contrappunto o un puntuale appoggio al riffing e pattern ritmici. La netta sensazione è che per i tre statunitensi, suonare del death metal in una maniera così estrema sia un gioco, uno sfogo per la loro esuberanza e ironia.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10