(Nuclear Blast Records) Questo nuovo EP degli Enslaved lo si dovrebbe considerare per quello che è, una pubblicazione per tenere alto il nome della band. “Utgard”, l’ultimo album dei norvegesi, è dell’ottobre del 2020, dunque un album pubblicato in un periodo che ha tenuto ancora ogni attività mondiale incatenata. La musica dal vivo è tra quest, ed è ancora oggi sotto scacco da tutto il carrozzone del Covid-19. Tra album dal vivo pubblicati nel mentre e il dovere essere musicisti ma senza andare a suonare in giro, in un’epoca in cui gli album li ascoltano e soprattutto li comprano in pochi. Tuttavia si auspica che chi legge queste righe, probabilmente è ancora qualcuno che gli album metal li ascolta e li compra appena può. Gli Enslaved terranno dei concerti questo mese in Norvegia, poi ritenteranno di suonare dal vivo in Danimarca nel febbraio del prossimo anno. “Caravans To The Outer Worlds” deve tenere caldo ilò nome Enslaved e dunque presenta quattro pezzi eccellenti. Diciotto minuti di prog rock/metal nel quale innesti di psichedelia, perché in fin dei conti sembra quella ma ‘anabolizzata’ da forti dosi di chitarre distorte e ritmi quanto passaggi poderosi. In essi rientrano scorci folk, atmospheric e altre etichette moderne e non, le quali spiegano la direzione sonora degli Enslaved. Una direzione nella quale rientra il metal ma anche coordinate prog, d’atmosfera, cinematiche, semi-elettroniche, trattamenti di suoni, inserendovi però qualcosa tra lo sciamanesimo, l’epica, gli In The Woods in una versione moderna e tanto altro. Emergono riflessioni ascoltando “Caravans To The Outer Worlds”, eppure il nucleo sonoro e concettuale della band di Bergen è riconoscibile. Lo è per la maestria nel trattare certi suoni e arrangiamenti, come per “Run II – The Epitaph”, per come i quattro pezzi si susseguono, pur apparendo sulla distanza come una ben delineata sequenza di parti a prescindere se esse cadano nella composizione uno, due ecc. ecc. Francamente, al di là dell’ottima espressione musicale di questo EP, sembra che gli Enslaved siano obbligati a stare lì in un angolo e ad aspettare il momento nel quale si ‘aprano le gabbie’. Fino a quel momento la band pare abbia deciso di percorrere strade ignote, amorfe eppure seducenti.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10