(W.T.C.Productions) Bands come questa meritano un elogio particolare. Senza tanto rompere le balle e pavoneggiarsi sulla scena, loro decidono di formarsi nel 2011; Sono in due e sputano fuori un debutto l’anno seguente, senza manco passare per l’agonia dei demo. Nella scena tormentata e sofferente attirano l’attenzione e la W.T.C. non se li fa scappare. Poi due anni dopo partoriscono l’immenso “Peccata Mortalia” (https://www.metalhead.it/?p=33768). Il duo diventa trinità con l’aggiunta di un batterista stabile (anche per i concerti) e finalmente ecco la nuova fatica, il nuovo battesimo. “Baptised into the Faith of Lust” riprende il precedente lavoro, inietta originalità, teatralità, livello di registrazione pieno di dettagli tanto stupendi quanto sfuggenti ed una generale atmosfera organica, reale… un suono palpabile, pieno di vita e di essenza. Varcando una copertina malata e molto iconografica, si arriva a “Resurrectio Mortuorum”, subito attraente, sensuale, etnica ma infernale. Il brano esplode con una frustata di violenza inaudita, una precisione clinica annegata in un sound esaltante, caldo, con un traboccante intenso groove, un perfetto equilibrio degli strumenti, linee di basso che offrono un comodo giaciglio a chitarre che sono lame affilate ed un growl sofferente e dannatamente imponente. “Vices of the Prophet” è una carica di odio intenso: canzone ricca di melodia, ma di brutale intensità sempre costante, con un intermezzo atmosferico dal sapore folk che evolve in un cadenzato di pregiato gusto letale. Mid tempo di sublime tanfo old-school con “De Sura Frukterna”, un brano tra il black, l’epico, il folk, con tracce di ambient ed una cura dei dettagli maniacale, che arriva a toccare un ipotesi prog grazie ad un drumming contorto. Veloce e malata “Der Werwolf”: chitarre dirette, tirate… sopra una batteria perversa e tutt’altro che lineare. A metà brano il plot twist: tutto rallenta, tutto diventa introverso, intenso, malvagio (l’uso del tedesco amplifica la decadenza, e di molto); cadenza mortale, ritmiche micidiali (basso infinito!), black sublime che cattura, che sconvolge la mente. “Black Dog of God” è furiosa e quel ritornello in spagnolo ha un effetto stupefacente che trasuda concetti di grandioso senso anticristiano. “Baptised into the Faith of Lust” è black metal puro. Nessuna scelta commerciale, anche pensando ai formati che tendono a penalizzare il digitale a favore del CD e, specialmente, del vinile. Musicalmente impeccabile, concettualmente perverso, tecnicamente eccellente. “Baptised into the Faith of Lust” è una cosa pazzesca. Un vero battesimo nella fede deviata e nella lussuria. Una perla di essenza del male supremo!

(Luca Zakk) Voto: 10/10