(Season Of Mist) Atmosfere abbastanza oscure, un clima a volte sulfureo e tempestoso in più frangenti. Gli Enthroned piazzano una linea musicale sintonizzata verso un black metal saturo di esoterismo, elementi blackened death metal, nonché una certa irruenza. La batteria è spesso ossessiva, con i suoi blast beat e suona comunque estrema, con andature e stacchi volubili e imprevedibili. A sei anni dal precedente album, il ritorno dei belgi con “Ashspawn” è il trasudare della loro tradizione esoterica e apocalittica. Con questo album gli Enthroned creano un clima ruvido e con diversi gradi di intensità. Oltre a questa batteria suonata con ferocia e uno stile tumultuoso, le chitarre passano da cavalcate oscure a qualche lacerante assolo che sprigiona finalmente delle melodie maledette e infernali. Il riffing delle sei corde però è ritmicamente uguale a sé stesso in diversi momenti. In “Ashspawn” le composizioni durano sui quattro minuti e altre arrivano o superano i sette minuti, però tutte sembrano avere una direzione univoca. Scolpite con cavalcate che alternano sfuriate a esecuzioni dove tutto vorrebbe rispondere a una logica superiore, definita dal personale estro e gusto dei musicisti, i pezzi dell’album latitano infine a tenere alta l’attenzione dell’ascoltatore. “Ashspawn” è come l’entrare in un vortice di oscurità e minaccia, anche di caos e sfrontatezza, però la concretezza del black metal degli Enthroned appare incompleta e con delle sei corde che non partoriscono linee melodiche nette e in una quantità soddisfacente.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10




