(Abyss Records) Dopo ben cinque demo, finalmente questo terzetto svedese si cimenta nel primo full length. Anticipo subito che la produzione non è delle migliori (considerate anche le tecnologie disponibili al giorno d’oggi), rendendo spesso le parti cantate poco percepibili nell’insieme sonoro. Autori di un thrash/death vecchia scuola, questi musicisti offrono delle idee interessanti ma poco sviluppate, forse anche penalizzate da un’esecuzione non certamente ottimale, supportata da un drumming privo di idee originali. Sicuramente un buon album per gli amanti del thrash/death puro, nudo e schietto, con ritmi martellanti e riff circolari che avvolgono l’ascoltatore in una spirale sonora violenta, cattiva ed irrispettosa. L’artwork dell’album è molto bello, non originale, ma accattivante e rapisce l’osservatore che può perdersi nell’osservare i dettagli del tetro villaggio riprodotto. Individuo tre pezzi particolarmente interessanti: “Doubt What’s Left”, forse il pezzo migliore dell’album, strutturato, con un intermezzo veloce ma oscuro che trasporta al bell’assolo ed al finale furioso. “Portrait of a Phobia” è bella e corredata da una intro molto ben sviluppata, che ci fa tuffare nella furia del cadenzato riff principale, il quale dovrebbe far scorrere diverso sangue tra il pubblico nell’esibizioni dal vivo. Anche “Debt of Sorrow” rappresenta un capitolo estremamente violento e orientato al massacro live. Personalmente credo che questa sia la tipica band che può infiammare un pubblico durante un concerto, ma sicuramente ha bisogno di crescere ulteriormente dal punto di vista compositivo, per poter esprimere le potenzialità che fa percepire in questo “Inevitable Decay”.

(Luca Zakk) Voto: 6/10