copepica(Nuclear Blast) Mamma mia, che disco! Non sono solito ad abbandonarmi a slanci di entusiasmo, ma è dai tempi di “Legendary Tales” dei Rhapsody che un album di symphonic power metal non mi esalta in questo modo. Questa volta gli Epica hanno fatto centro, enfatizzando le parti di musica classica e potenziando allo stesso tempo quelle aggressive. L’intreccio di voci liriche e growls death metal non sono mai contrastanti, piuttosto si completano a vicenda e le componenti sinfoniche riescono a rendere ancora più dinamiche le partiture metal. L’album si apre con “Originem”, intro orchestrale e coro sinfonico dal sapore mistico. Batteria in doppia cassa, chitarre velocissime e tastiera aprono “The Second Stone”, brano che sfocia in un mid tempo in cui si inserisce la bella voce di Simone Simons; verso fine canzone si inserisce una voce in growling che si alterna a cori che ricordano i succitati Rhapsody. L’assolo malmsteeniano precede il ritornello che conclude il pezzo. “The Essence Of Silence” è aperta da violini che lasciano il posto ad un riff di chitarra aggressivo accompagnato dal vocione growl di Mark Jansen che duetta con le vocals liriche di Simone, supportata da cori epici e sinfonici che dominano il bridge, dal quale parte un riff thrash con la voce nuovamente aggressiva; un’armonizzazione maideniana riporta il brano su lidi sinfonici. “Victims Of Contingency” parte con una partitura orchestrale sulla quale si inseriscono le chitarre e la batteria in doppia cassa. Il cambio di tempo porta a un riff death metal davvero molto aggressivo e harsh vocals di Jansen si alternano a cori nuovamente in stile Rhapsody; tutto ciò su un tappeto ritmico di blast beats; il successivo cambio di tempo e la voce di Simone rallentano il ritmo in un classico mid tempo power metal. Una partitura orchestrale, quasi da colonna sonora apre “Sense Without Sanity – The Impervious Code”, brano che sfocia in una ritmica quadrata in 4/4 molto diretta e accessibile. “Unchain Utopia” ha un incedere lento e melodie vocali quasi pop dal ritornello anch’esso “cinematografico” ed epico. L’interludio sinfonico “The Fifth Guardian” precede “Chemical Insomnia”, caratterizzato da terzine di chitarra sulle quali si staglia la voce lirica della Simons e da cori bombastici. “Reverence – Living In The Heart”, aperta da un’orchestrazione quasi medievale si evolve in un riff veloce, che rallenta con l’entrata della voce femminile; ottimo il duello solistico tra chitarra e tastiera che richiama alla mente i Symphony X. Un dolce pianoforte introduce “Omen – The Ghoulish Malady”, pezzo che potrebbe essere il ponte ideale tra lo stile degli Evanescence e quello dei Therion. “Canvas Of Life” è una ballad dominata da pianoforte e chitarra acustica vicina allo stile dei Blackmore’s Night. “Natural Corruption” più canonicamente power metal con ottimi intrecci vocali tra Simone e il coro. Chiude l’album la title track, una lunga suite che raccoglie tutte le caratteristiche dell’album finora descritte. Un lavoro che non conosce cali di tensione o momenti di noia. Tutto è inserito al posto giusto e la produzione è perfetta, per un album che è destinato a diventare pietra di paragone per tutte le bands che si cimenteranno in questo genere.

(Matteo Piotto) Voto: 9/10