(Autoproduzione) Mathcore fuso con il grindcore, per realizzare un qualcosa di estremamente violento e caotico. Gli Equal Minds Theory sono un manipolo di russi irritati e che si esprimo attraverso situazioni estreme, definendo un sound vibrante ma essenzialmente confuso. Un disordine totale che a più riprese nell’album non porta a compiere un ascolto semplice. “At the Golden Sea” è una canzone apocalittica, infarcita di elettronica che le permette di essere al di sopra le righe rispetto al resto. “The Nomads” ha una chiusura meno confusa, attraverso atmosfere Neurosis. “Hollow Earth” sprigiona grindcore, noise, bizzarie post metal e “The Icebreaker” si fregia di una struttura lunga oltre 14′, nella quale le chitarre e la batteria non eccedono in ferocia devastatrice. In undici canzoni si contano tra queste anche cinque scorci tra il minuto e i due, i quali servono a dare respiro più che a presentare una materia diversa dal clima generale. Gli Equal Minds Theory suonano come dannati e tirano la corda all’estremo limite, pur riuscendo comunque ad esprimere la loro personalità, la quale si palesa in modo troppo devastante ed estremo rischiando così di non offrire un ascolto immediato ai più.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10