(ATMF – Aeternitas Tenebrarum Musicae Fundamentum) Sono passati ben dieci anni da “Victims of Our Same Dreams”, precedente album nonché debutto degli italiani Ergot o, per la precisione, dell’italiano Lord Ergot, unico elemento dietro questo interessante progetto. In tutto questo tempo l’idea è maturata, è cresciuta, si è raffinata, riuscendo ora a proporre un black metal dall’apparenza assolutamente convenzionale, ma composto con intelligenza, con gusto, con provocazione, poi suonato con maestria, con passione, con devastante efficacia. Ergot, dal Nord-Est italiano, non cerca di imitare la Scandinavia: i bellissimi testi sono in italiano, interpretati con energia e teatralità, i riff sono taglienti ma vengono costantemente arricchiti da quella dimensione melodica della quale gli artisti del nostro paese sono naturalmente capaci, senza dimenticare dettagli, arrangiamenti e passaggi spesso vicini al prog. Impossibile restare fermi con la opener “Notte Senza Fine”, brano con bridge melodici coinvolgenti, divagazioni atmosferiche molto musicali, assoli che sfumano in tremolo letali, un drumming prepotente per un brano (anche oggetto di video) al quale è davvero arduo resistere. Più introspettiva e in qualche modo sognante “Quel Sogno che Incombe”, trionfale ma anche pregna di disperazione “Tutto Niente Nessuno”, uno dei pezzi con il testo forse più impattante. Il pianoforte dell’intermezzo “11:11” conduce delicatamente al mid tempo pungente della favolosa “Alterego 666”, traccia ricca di idee, coronata da un assolo tutt’altro che prevedibile nel genere. Spunti di symphonic black cosmico con “Omni”, prima della conclusiva “Riflesso di Mille Realtà”, forse il capitolo più intimo, più introspettivo, più ricco di profondità sentimentale. Un black metal brillante, trascinante, intrigante, capace di dipingere luminose pennellate di grigio su una tela tetra, posizionata negli anfratti dell’oscurità più impenetrabile. Un ascolto entusiasmante, sempre di alto livello, privo di brani o momenti di riempimento, con un seducente atteggiamento imprevedibile, del tutto drammatico, spesso malinconico, incredibilmente magnetico.

(Luca Zakk) Voto: 9/10