(Abyss Records) In questo album vi è  un death metal che mette insieme i Grave e qualcosa degli Autopsy in alcuni brani (per esempio la title track e “Dark Mistress”), oppure dei Bolt Thrower (per esempio “Born of Hate”). Un sound comunque rozzo, fatto da un drumming pesante ed equalizzato in modo grossolano e chitarre sempre tenebrose, ma autrici di una catasta di riff ritmati che non sviluppano mai delle melodie degne di nota. Completa il sound degli Erupted un basso che spesso emerge e un cantante dal growling grasso. Gli Erupted sembrano la tipica band dall’attitudine underground, votata a suonare in modo spietato e incurante della sua resa. “Blazing Fall of Heaven” è un  brano dove l’ascendenza del primordiale death metal svedese si sente, ma le velocità e la fluidità delle note è molto ridotta. La resa del brano non è delle migliori, il songwriting è legnoso. “Path of Perdition” impone un riffing serrato e un drumming possente e pachidermico, rinforzato ovviamente dal basso in continua vibrazione e da passaggi marziali. La sovrapposizione tra chitarra e batteria si ritrova anche nella successiva canzone “Death of Depraved Mind”. “That Which Is Denied Gains Power” possiede enfasi melodica ma ha toni ampiamente sinistri e oscuri e che poco hanno di svedese. “In the Grip of Chaos” è dunque un album old school, dalla qualità non proprio perfetta e che viene suonato da una band al debutto e quindi con tutte le inesperienze e ingenuità del caso; è la tipica situazione dove l’album ti fa sperare di sentire qualcosa di più convincente, anzi più definito e rifinito, in quello successivo. La release è completata con l’aggiunta di un paio di brani in versione demo.

(Alberto Vitale) Voto: 5,5/10