(Svart Records) Sbocciano in Germania questo trio dai petali neri e che al posto della rugida su di essi si formano gocce nere di liquame. Sono figli di un dio ammalato, funereo, ombroso: il dio del doom. Lo trasfigurano attraverso cenni di psichedelia, in “Extinguish Shapes – Innermediate”. Estremizzano il proprio sound spingendosi fino al black metal e inserendovi poi il verbo del doom/death, in “Sea Of Light – Pleroma”, e abbassando i toni fino al doom più lento e mortale “Observed By Spectres – Paranoia” ma sabbathiano, “Extricate Spirits – Amor”. Lo fanno per tanti minuti gli Essenz, ma molto di più in “To The Bone – Mania”, quasi 14′ di riff rovinosi, tra metal, noise, sludge, doom e squarci neo-sperimentali, e nella canzone già citata “Extricate Spirits – Amor”. Un viaggio tra il metal estremo, il doom, la mlinconia, la sofferenza e le emozioni nere e spaventose. L’album si basa sul concetto dell’acquisizione dolorosa della volontà più profonda che permette di trasformare il mondo da un’istanza ad un suggestionabile impostando e implicando un’esperienza al confine del maniacale. Questo a detta della band, ma il secondo album degli Essenz è qualcosa di spaventoso per le emozioni di una persona che lo ascolterà.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10