(Minotauro Records) Non mi ero reso conto di quanto tempo fosse passato dall’uscita di “Tophet”, il secondo disco degli Etrusgrave: era addirittura il 2010! Con un bel sorriso compiaciuto accolgo allora la nuova fatica di Fulberto Serena e compagni: incorniciato da una copertina devo dire piuttosto anonima, “Aita’s Sentence” si colloca a parere di chi scrive un po’ sotto i due straordinari predecessori, ma tiene comunque alta l’oscura e maledetta bandiera dei toscani. “Anxiety” ci ricolloca nelle atmosfere oscure e oppressive di “Tophet”: la opener è un brano di oltre sette minuti, caratterizzato dal certosino lavoro chitarristico di Serena, ai cui assoli davvero si addice l’aggettivo ‘chilometrici’. È invece Tiziano Hammerhead sugli scudi nella successiva “Mammoth Trumphet”, con un acuto a metà brano assolutamente strabiliante e direi inumano! Inusualmente breve per le medie della band, ma come sempre intensa, “North North West”; la titletrack ha addirittura un refrain orecchiabile, ma non provate a cantarlo alle altezze di Tiziano perché non ce la farete… in “Coward” cambia qualcosa: la chitarra di Serena segue altri percorsi, sembra letteralmente esplodere nell’assolo finale, che Tony Iommi avrebbe certamente apprezzato. La conclusiva “The Guardian” è un altro classico, solido e disperato brano nel puro Etrusgrave style, forse il più simile in scaletta alle primissime cose dei Dark Quarterer. “Aita’s Sentence” ha il duro destino di doversi confrontare con due dischi magistrali, ma non delude in nessun punto.

(René Urkus) Voto: 7,5/10