copevenoire(Scarlet Records) Una bella copertina sognante incornicia “Herons”, il secondo full-“length” dei cremonesi Evenoire: ricordo con piacere “Vitriol”, il loro debut, che per quanto godibile viene superato dal suo successore sotto tutti gli aspetti. Trovo sempre che il vero valore aggiunto del sound sia il flauto suonato dalla bella singer Lily Stefanoni! Vediamo allora i pezzi più significativi della scaletta. Di “Drops of Amber” funzionano soprattutto le raffinate linee vocali: il brano si impegna per non essere il ‘solito pezzo gothic symphonic metal’, e ci riesce egregiamente grazie a chitarre più pesanti e qualche cambio d’atmosfera. Carica e drammatica “Season of Decay”, vicinissima ad alcune cose dei Within Temptation più epici; qui Lily offre davvero il meglio di sé con degli acuti da brivido. Dal tocco gotico “Love enslaves”, mentre “Devil’s Sign” accenna più volte a melodie mediorientali; potente e ispirata “Tears of Medusa”, particolarmente incline al power, che vede la partecipazione di Linnea Vikström. In “The Lady of the Game” la band cede, ma con ottimi risultati, a suggestioni ultra-sinfoniche alla Nightwish; spettacolare la conclusiva “Wild Females”, che mette assieme gothic, power, folk, note di flauto e un ritornello stellare. Non so cos’altro andrebbe chiesto a un disco symphonic metal, che ha anche il pregio di avere delle punte di originalità pur situandosi all’interno di uno dei generi più sfruttati (e ‘sfiniti’) in assoluto. Una realtà italiana tutta da sostenere.

(Renato de Filippis) Voto: 8/10