copeverclear(Eastworld) Se Arthur Paul “Art” Alexakis alla veneranda età di 51 anni suona e canta un genere che si rifà al punk rock da classifica (quindi anche con tendenze pop rock) e con testi spensierati e giovanili, come la stessa musica che suona, un motivo deve pur esistere. La band è nota, ma in realtà non mi ero mai chiesto chi fossero davvero gli Everclear. Si, non è musica che ascolto, o meglio non l’ascolto più da tempo; troppo americana, troppo da college e per quelle età che li frequentano. Io sono più piccolo di Alexakis e le superiori ma le ho finite da un pezzo e l’università anche, ma Alexakis suona ancora con entusiasmo, di conseguenza gli Everclear hanno un seguito e probabilmente perché detengono la maturità necessaria per sfornare canzoni ben costruite. “Invisible Stars” è il primo album con pezzi inediti dopo sei anni, esce però solo in questo marzo 2013 in Europa, mentre in America è in giro dall’estate. Un album che propone melodie, canzoni con diverse velocità e un pathos altalenante (cioè pezzi zuccherosi e non) e le quali hanno un’indole rock a volte e punk in altre. “Invisible Stars” è una buona manciata di pezzi easy, alcuni hanno quel portamento radiofonico, altri dimostrano una imprevedibile ricchezza sonora, per via dell’aggiunta di tastiere e sovraincisioni che riempiono l’impatto del pezzo. Un lavoro ben fatto, sicuramente per la massa, ma Paul Alexakis lo ha scritto con gusto.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10