copexcelsis(Non Stop Music) Strano destino, quello degli Excelsis: svizzeri come gli Eluveitie, suonano lo stesso genere degli Eluveitie e sono anche nati diversi anni prima di loro (nel ’96), ma non hanno conseguito il successo ormai planetario dei loro compagni nel folk/power/death metal. Certo, questa situazione è giustificata anche da oggettive differenze nella capacità di composizione e nella perizia dei musicisti, ma gli Excelsis sembrano subire l’ingiusta sorte di tutti i pionieri: vedere poco riconosciuti i propri meriti in favore di chi è venuto ‘dopo’, magari in un momento storico più favorevole. Comunque sia, questo “Vo Chrieger und Drache” (dialetto svizzero per “Di guerrieri e di draghi”) dà finalmente alla band un po’ di visibilità europea. “Brothers of War” ci travolge con una potenza che ricorda certamente (guarda un po’) gli Eluveitie, ma anche i Finntroll, ed ha pure una epicità che più che gli Ensiferum o i Turisas mi ha ricordato, per la natura dei cori e la ritmicità delle strofe, i russi Arkona; ma gli intermezzi acustici e parlati fanno pure pensare al Mittelalter Rock e in particolare agli In Extremo. Più incline al folk genuino “Druids” (almeno fino al finale, affidato a oscuri sintetizzatori), mentre “Uechtland” mescola velocità e atmosfere guerresche, senza mai prendersi al 100% sul serio. Di dirompente, bathoryana epicità la lunga (oltre nove minuti) “Chrieger”, che ha anche quel tocco malinconico e distante che spesso fa il valore aggiunto del pagan metal; lo stesso epos respiriamo nella drammatica “The Fall of the One”, dove l’uso degli strumenti tradizionali si fa determinante. Prima dell’”Epilogue”, altre solenni aperture folk nella fiera “Wissi Baerge”. Per chi ancora segue il pagan dopo la fine della grande ondata dello scorso decennio, un validissimo outsider.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10