Excruciation_Crust_Booklet_Final_.indd(WormHoleDeath / Auric Rec.) Il passato di questa band è segnato tra il 1984 e il 1991, un periodo di intensa attiva testimoniato dai tanti demo. Poi una pausa e il ritorno nel 2007 con “Angels to Some, Demons to Other” e almeno altri due album, accompagnati da una serie di ristampe dei demo di quel lontano passato. “[c]rust” segna la devozione verso le prime fasi di tre generi in particolare, il doom nella sua versione austera, il death sepolcrale e il black metal nella sua prima manifestazione, il tutto ripreso in maniera oscura. Un sound smussato da chitarre imperiose e protese verso melodie maestose, lente, epiche. Sezione ritmica solida e cantato cupo, sono gli altri segni particolari degli Excruciation, musicisti a tinte fosche, tenebrose e da scenari notturni. Il senso di un cerimoniale è preponderante in certe canzoni, come “Disgrace”, mentre in altre c’è un muoversi su ritmi che incantano come litanie, tipo “Days of Chaos”, canzone un po’ Cathedral. “[c]rust” in parte pecca in originalità, in quanto diversi riff riportano alla mente altre band, altri lavori, altri modi di suonare. Non è di certo un limite, ma qualche ascoltatore potrebbe disinteressarsi a queste atmosfere sommariamente doom, ma articolate e che guardano verso orizzonti estremi e sulfurei. Adepti di culti mortuari, tenebrosi poeti, gli Excruciation sono al loro meglio anche dopo trentadue anni.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10