(Long Branch Records) Dopo un EP di debutto nel 2019 intitolato “The Thing With Feathers”, i britannici ci riprovano con un secondo di cinque pezzi con oltre 24’ di musica, la quale potrebbe essere classificabile come un prog nel quale entrano sia elementi rock quanto pop. Il trio che vede Lynsey Ward al canto, ed è un canto melodioso il suo, nonché al pianoforte, poi Johnny Knight al basso e sintetizzatori, infine Matt Harrison alla batteria, si presenta in una forma smagliante e con una qualità dei suoni e del materiale alquanto sorprendente. L’aspetto più significativo del tutto è proprio quella matrice pop che addolcisce il mondo dei Exploring Birdsong, usato come un diluente per le parti prog che a più riprese si compiono secondo i crimsi del genere, cioè con parti frammentate, tempi dispari, controtempi e via dicendo. Un prog che come da copione si muta attraverso l’utilizzo di generi, come anche il metal ma in minima parte, e nel quale la Ward veleggia con le sue dita tra melodie di pianoforte che arricchiscono un tessuto musicale costruito in maniera potente ma scorrevole. Che siano britannici si comprende, perché si avverte l’eco della tradizione prog inglese, pur senza necessariamente cadere in un revival, anzi in “Dancing In The Face Of Danger” c’è l’identità della band che si forma attraverso progressioni che lasciano spazio o prendono il posto a linee melodiche avvolgenti. Pezzi tra i quattro e i cinque minuti ma l’ascolto spiazza l’ascoltatore, perché i pezzi sono talmente ricchi di aperture e chiusure, di progressioni e ritorni verso temi portanti principali che sorprendono. Se Lynsey Ward è sublime nel canto, maestra nel pianoforte, gli accordi costruiti per cucire insiemi e cornici alle melodie da parte di Johnny Knight coronano la giusta misura della musica.

(Alberto Vitale) Voto: 9/10