(Silent Future Recordings) Dopo un decennio torna questa black metal band tedesca arrivando finalmente al debutto, facendo quindi seguito all’unica release mai uscita, l’EP “Urgewalt” del 2013! Un black metal che insegue l’atmosfera della natura, creando una dimensione sonora sicuramente aggressiva, ma decisamente suggestiva, a tratti mistica, sempre molto introspettiva, cercando di trasformare in musica la potenza della natura, con i suoi fenomeni e tutto quello che circonda l’esistenza umana, sulla terra ed oltre. C’è molta filosofia in questi brani, molto senso mistico, quel travolgente contrasto tra l’esile vita terrena e lo sconfinato gelo dello spazio, oltre ogni confine, attraverso galassie remote, portando tutto alle radici, alle nostre radici, alla personificazione degli eventi cosmici per contrastare quel freddo infinito cosmo senza vita con le emozioni umane quali l’amore, l’odio e la paura, dominate dal calore del sangue. Black rocambolesco, ricco di epicità, melodicamente irresistibile, quello della opener “Aurora”, un brano che ingloba una parentesi molto intima, rilassante, ipnotica… deliziosamente interrotta dalla ripresa estrema. Più tribale “Neptun I”, pezzo nel qual non mancano ottimi richiami al black nordico di metà anni ’90, mentre “Tyche” inizia a guardare lassù, oltre le nuvole, oltre il cielo, oltre l’atmosfera, oltre i corpi celesti visibili ad occhio nudo. “Jenseits des Höhenzugs” è intelligentemente costruita su una melodia geniale, penetrante, meravigliosamente ossessiva e proposta con perversa enfasi durante tutto il brano. Black più efferato con “Zerfall des Lichts”, prima della lunga e conclusiva “Et In Arcadia Ego”, un epilogo coinvolgente, trascinante , capace di racchiudere tutti i punti di forza di questa band molto convincente. Con chitarre taglienti, drumming tuonante ed un vocalist dotato di uno scream lacerante, c’è molta creatività in questo lavoro, ci sono dettagli di fantasia derivanti dal fatto che i musicisti non si occupano solo di black metal, riuscendo quindi ad attrarre altre influenze, qui ovviamente riviste nella chiave di lettura del genere. Sei brani ricchi di senso epico, di malinconia e di siderale disperazione, travolti da ambientazione molto affascinante; un album molto ben costruito, emozionale ma progettato nel dettaglio, carnale ma perfetto nei dettagli, ricco di interludi atmosferici i quali accompagnano maestosamente lungo questo viaggio, tappa dopo tappa, brano dopo brano.

(Luca Zakk) Voto: 8/10