copfalconexcircle(Ektro) Dopo il singolo “Beer And Ribs” (QUI), ecco il full length di questi assurdi Falcon, il cui moniker cambia, si evolve, va in prestito e cambia genere. Ormai con questo nome, facente sempre capo alla stessa gente (più o meno), si sente synth, pop, ambient, black, death… e hard rock sballato, canzonatorio, spensierato come quello che si sente in questo “Frontier”. E’ inutile dilungarsi sulla contorta e  (volutamente?) complessa storia di questa band… meglio abbandonarsi a dieci canzoni divertenti e ripeto ciò che scrissi con il singolo affermando che si tratta di un rock leggermente alternativo che ingloba componenti lontanamente punk, con idee sia hard rock che elettroniche. Ma pure qualche sensazione southern, western, un mix di fantasia e ispirazione che solo questi ragazzi sono in grado di concepire. “Horses” è bellissima, e il suo andamento a “cavallo” tra blues e southern è fantastico e riesce a far viaggiare la mente. Canzoni spesso dai titoli che richiamano il contenuto musicale e lirico… ed infatti “Partners In Crime” sembra una colonna sonora di qualche film anni settanta.  “Vegas Sundown” è il pezzo che un po’ demarca l’inizio di un album nell’album. Un pezzo che fonde sapientemente riffing metal con un’atmosfera prettamente dark wave e quasi synth, piena i idee melodiche accattivanti, come quel piano forte che emerge dal nulla.  “Ace of Hearts” fa smuovere, tremare, scatenare con quell’essenza rock e punk, mentre “Bringers Of The Dawn” torna ai concetti di “Vegas Sundown” ma con un atmosfera molto più romantica, profonda, innesti digitali spaziali pieni di carattere ed una linea di basso onnipresente piena di un calore irresistibile. Anche “Miami Tits” sa creare quel varco temporale tra generi ed epoche, non dimenticando componenti metal, digitali, anni ’80, synth e dark. E la conclusiva “Seasoned Girl” risulta attraente, quasi un ballad, quasi una pura canzone anni ’80, ma con una pulsazione che riesce a farmi ricordare “Pet Sematary” dei Ramones. Un album pieno di energia positiva e coinvolgente, divertente, con suoni eterni ai quali è difficile resistere. Non credo che mai capirà chi sia questa band, chi siano, chi saranno o chi siano stati. Non penso lo capiscano nemmeno loro. Ma “Frontiers” è un disco imperdibile, di quelli che vorrei avere in vinile.

(Luca Zakk) Voto: 8/10