(Autoproduzione) Dopo un lungo silenzio, che monta addirittura al ’12, i francesi Fenrir pubblicano il loro secondo full-length: prima nota positiva è la bellissima copertina. “A red Sun rises” media bene fra le diverse influenze del sound, che si muove fra gli Ensiferum nei momenti più tosti e i primi Cruachan o magari i nostri Elvenking in quelli più strettamente folk ed acustici: valore aggiunto è l’angelica voce di Elsa Thouvenot. “Camelot” tiene fede al proprio nome, svelandosi fiabesca e genuina soprattutto grazie al violino dell’italiano Bruno Giglio, mentre fa capolino qualche suono extreme nell’impostata “Conquest of Britain”, che ricorda più gli Eluveitie. “The Fisher King” è una sorta di power ballad con un bel refrain cantabile, in cui è ancora una volta fondamentale l’etereo cantato di Elsa; ariosa “The Son of Pendragon”, quindi con “Le Dame du Lac” passiamo al cantato in francese, per un brano che gioca sul contrasto di due voci (il growling è dovuto al chitarristaMichaël Macé. Nel finale di scaletta, “Mordred” e la outro “Mists of Avalon” gettano sul tutto un certo velo di malinconia. Un pagan metal di tutto rispetto!

(René Urkus) Voto: 7,5/10