(Vacula Productions/Realms And Ritual/Io Pan Records) Band fresca, recente, giovane ed Italiana. Formatisi solo l’anno scorso come duo, crescono velocemente fino ad arrivare alla classica formazione a quattro, dando vita immediatamente, senza passare per demo o EP, a questo album di debutto. Siamo in territori black metal, un black senza fronzoli, senza ricami particolari che non siano riff feroci ed arpeggi deliziosamente suggestivi. I Feralia non imitano il black norvegese, prendono solo ispirazione e cercano di iniettare nella loro musica il feeling della loro terra (il Piemonte), ripercorrendo un po’ l’ottima strada di realtà provenienti dalla stessa zona, come gli Enisum. Tematicamente siamo su una forma di satanismo ispirato a Crowley, pertanto antropocentrico, dove l’unica vera divinità -malvagia o meno- dell’uomo è l’uomo stesso. Il disco segue esplicitamente un percorso evidenziato dai titoli dei brani i quali coprono dalla concezione fino alla rinascita, passando ovviamente per vita, morte, l’abisso nel quale si precipita, prima di ritornare in superficie per una nuova esistenza, una seconda chance, forse una seconda prova carnale e spirituale. Catchy e malvagia “Conception”. Travolgente “Life”, intensa la parte conclusiva di “Death”, un brano che offre anche un mid tempo poderoso contornato da arpeggi pregni di decadenza. Brani come “Abysm” risultano piacevolmente tirati con una radice old-school ed evocative linee di basso. Belle anche le progressioni della conclusiva “Rebirth”, e molto ben riusciti sia l’intro che l’outro del disco . Una cosa sicuramente particolare ed attrattiva è che la line-up comprende (quindi non come ospite!) il vocalist romeno Tibor Kati, ovvero la voce dei leggendari, ma tristemente estinti, Negură Bunget ed i conseguenti Sur Austru (qui)! Per una band nata pochi mesi fa, la consistenza ed il livello raggiunti sono notevoli! Sia per la formazione che per l’interessantissimo contenuto musicale!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10