(Andromeda Relix) Il secondo album dei vicentini Five Hundred Horse Power o anche 500 Horse Power, è l’estrema sintesi delle radici della band. Musicisti con l’evidente e dichiarata passione del metal che si lanciano in canzoni nelle quali ognuna è ricavata da diverse sfumature del suddetto genere. Dall’heavy al groove metal, dall’hard rock all’industrial metal, i 500 HP sventagliano una buona dose di metal sfaccettato attraverso delle canzoni che pur con stili diseguali rispondono però tutte alla stessa matrice. Il manico di questa arte è lo stesso. La resa di “Cluster” è notevole: graffiante, energico, coinvolgente, il songwriting e sostanzialmente la band non ne sbaglia mai una. “Fake As Shit” apre l’album con una matrice semi-industrial, “Burning Memories” è una lucida ed intensa ballad, mentre “Sweet Death” si distingue per un modo totalmente avulso dall’album: voce, suoni languidi e misteriosi d’accompagnamento che pian piano crescono e sprigionano una sorta di stoner metal solenne. Ottima anche l’accoppiata “Absolute Power”, un po’ hardcore e un po’ speed metal, e “Rage ‘22” con più soluzioni al suo interno per questo heavy robusto, con groove e sintetizzatori d’appoggio al riffing. Il sound è intriso di groove e di Watt pestanti, con qualche atmosfera fosca e il cantato poi che tende a note anche alte e contrasta il blocco della musica. Però sono le canzoni a funzionare con le loro ispirazioni di sorta, perché, ancora una volta, il manico è quello ed è sicuro, padrone, consapevole di sé.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10