(Limb Music) Avevo apprezzato il debut degli emiliani Fogalord, e trovo spunti apprezzabili anche nel loro secondo disco: ma dico subito che, in questo caso, non mi ha convinto troppo la prestazione canora del leader della band Dany All, che in qualche punto appare sforzata e fuori registro. Dopo l’intro in italiano, “Rising through the Mist of Time” ci porta subito in territori rhapsodyani, con qualche tocco shred in più nelle chitarre. “Daughter of the morning Light” è una power ballad dalle cadenze folk e medievaleggianti, costruita su un bel crescendo, mentre “Absence of Light” si fregia dei suoni di quella che sembra un’arpa. Non troppo coinvolgente, almeno per chi scrive, la ballad acustica “The Gift of the white Lady”, che sceglie soluzioni un po’ abusate; si chiude con la classica suite di lunga durata, “The Sword’s Will”, che pure non riesce ad andare oltre una buona rilettura dei cliché di genere. I Fogalord non demeritano, ma hanno fatto certamente meglio con il debut.

(René Urkus) Voto: 6,5/10