(Autoproduzione) Lo diresti che la Calabria può essere una terra di malinconia e oscurità? Ho avuto il piacere di trovarmi, pochi anni fa e per poco tempo, nei luoghi dei Forgotten Hope e la loro musica me li ha riportati alla mente. Le evocazioni iniziano da “Devoid of Wisdom”, intro-brano di oltre 3’ giocati su un pianoforte malinconico e scintillante. La nebbia si dissolve e subentra una band al debutto (l’anno precedente realizzò un demo), con chitarre dalle distorsioni cupe e sature ottimamente seguite dal bassista Pasquale Cappella. “After…the Void” è un gothic metal mercato, con andatura del riffing (le chitarre sono di Luca Montano) accattivante e che pesca dal passato dell’heavy metal più semplice. Giocano poi voci pulite e growling espresse da Angelo Pellicano ed esibite sullo sfondo di una melodia eterna che si espande. Seguono una serie di pezzi di un certo livello, per arrangiamento e melodie definite sempre con cura. Montano si rivela un chitarrista versatile nel dosare il metal con accordi dardeggianti o di stampo rock (tuttavia il sound non è stato ben affinato in fase di produzione). Buona anche la prova di Giuseppe “Lake” Rimolo, peccato solo che la batteria abbia un suono troppo asciutto, ma è tuttavia manovrata con sapienza, tesa a sottolineare ogni momento della musica dei Forgotten Hope, come il dark metal di “Offender”, il gothic puro di “Lacrymae” o le fasi più sensibili al progressive, vedi gli oltre 7’ di “Perseverance/Ignorance”, con i suoi momenti alla Opeth. I Forgotten Hope spaziano nel loro sound, nel proprio canovaccio stilistico: sono gothic e sanno essere dark, riprendono atmosfere tipiche del gothic/doom degli anni ’90, tipo My Dying Bride, rielaborano riff heavy metal, ma hanno il merito di caratterizzare tutte le canzoni con il loro personale marchio di fabbrica. Cioè sentimenti cupi, melodie cesellate e qualche concessione a toni atipici; la canzone che chiude “Third Eye Fragments”, ovvero “Linea di Stagioni”, ovviamente con testo in italiano, ha un aspetto assolutamente grezzo, ma riassume quelle tendenze concentrate nello stile della band. I Forgotten Hope hanno da limare qualcosa, magari riducendo la durata di alcuni pezzi questo debutto richiede anche una certa attenzione, vista la presenza di più scorci simil-progressive. L’album è stato inciso autonomamente, è un debutto e tutto sommato però la qualità audio è accettabile, non perfetto invece il missaggio, ma…vuoi mettere che in Calabria c’è un gothic metal così!

(Alberto Vitale) Voto: 7/10