(InsideOut Music) Non pubblicavano un disco da cinque anni, non considerando “Others EP” uscito l’anno scorso, e finalmente torna finalmente l’intensità sonora della neo prog band inglese di John Mitchell (Arena, Lonely Robot) e Jem Godfrey con un disco nel quale abbandonarsi completamente. La storia della band è sempre stata tormentata, visto che si sono sciolti e poi riuniti già due volte, con conseguente alternanza nella line up, tanto da arrivare ad avere tre diversi batteristi in questi nuovi otto brani, ovvero Kaz Rodriguez (Chaka Khan, Josh Groban), Darby Todd (The Darkness, Martin Barre) and Pat Mastelotto (Mister Mister, King Crimson), anche per dare il giusto tocco ad ogni singola canzone. Un prog sostanzialmente senza assoli, farcito di elettronica, molto fluido, scorrevole, con una stupefacente infinità di dettagli tecnici, di arrangiamenti, di progressioni. La title track è brillante, tuonante, anche se nasconde una intrinseca oscurità. Divagazioni molto pop ma anche heavy rock su “Terrestrial”, mentre si rivela intima e sognante “Waiting For The Lie”. Pulsante, ma anche molto teatrale grazie alle spoken vocals “The Boy Who Stood Still”, travolgente “Island Life”, brano con un drumming particolarmente provocante. Una congiunzione tra modernità e atmosfera su “Skywards”, molte evoluzioni con “Kill The Orchestra”, prima della chiusura affidata alla stupenda, tanto inquietante quanto tuonante, “Repeat To Fade”, un pezzo complesso, contorto, intenso e stimolante. È impressionante come i Frost* riescano a far convergere una modernità avanzata con radici di rock classico, rivelando una supremazia compositiva ed un dominio del suono quasi assoluto!

(Luca Zakk) Voto: 9/10