(Prophecy Productions) L’umidità e le nebbie inglesi si sono instaurate nella psiche di questi due artisti, la vocalist e bassisa Tiffany Ström e il chitarrista e autore Syd Scarlet. Dal loro incontro dieci anni fa (hanno anche il progetto Myyths, e nel tempo sono stati anche entrambi ospiti nel disco “Groundswells” degli atmospheric sludge metallers inglesi Wren), i due hanno dato vita a vari EP, a vari album (questo è il terzo), si sono poi spostati nell’affascinante Scozia, poi in Belgio ed infine in Germania. Il loro vivere ansioso e palesemente irrequieto si riversa in questo monumento di oscurità, un doom che va oltre le varie definizioni di doom: è più lento del funeral doom, più ipnotico del drone doom e più teatrale di qualsiasi variante atmosferica. La voce lontana ed eterea di Tiffany, aleggia sensuale su una pesantezza scenica imponente, la quale spesso è molto più vicina all’ambientazione scenica che alla musica fine a se stessa, quasi come se il duo scrivesse la colonna sonora di un film immaginario fatto di terribili incubi, devastanti depressioni, ed un agghiacciante isolamento sia fisico che mentale, verso uno stato di disperazione letale ma anche estremamente poetico. Tanto profonda quanto diabolicamente epica “Ashen Era”, lenta, penetrante, introspettiva “Descent”. “For Horror Eats the Light” trascina dentro misteriose catacombe, avvolgendo l’ascoltatore con cadenze marziali, voci spettrali con un sentore esotico… mentre “Annihilation” avanza dentro un rituale oscuro e proibito. Ancora riti di culture lontane con la breve “Rite” la quale inoltra dentro la disperazione mistica di “Yearning”, prima di “Barren”, la conclusiva dichiarazione di mancanza di vita, di speranza, di un qualsivoglia domani che non sia dominato dalla totale sterilità. Convertendo i suoni in colori, ecco che “Let the Earth Be Silent” descrive le più cupe e perverse tonalità di nero: una infernale, profonda e macilenta rappresentazione delle tenebre più impenetrabili.

(Luca Zakk) Voto: 8/10