(Blood Blast Distribution) Secondo full length per Galge, formazione danese fautrice di un metal estremo difficile da catalogare in un genere ben preciso, eppure dal sound nitido e ben definito. La follia e la totale libertà espressiva sono le due non-regole che caratterizzano la musica di questo quartetto, fautore di un death metal molto tecnico eppure decisamente violento nel quale confluiscono influenze quasi in antitesi tra loro, come black metal, post rock, stravolgimenti ritmici e virtuosismi vari, tra i quali impressionano quelli di basso, strumento che si prende il lusso di esibirsi in partiture slappate e lunghi assoli con tanto di applausi in sottofondo, come nel caso di “Genklang”. Le vocals sono malatissime, in grado di passare dal growl profondo allo scream black con totale nonchalance e con una gamma di varianti espressive davvero impressionanti, al punto di creare un forte contrasto quando viene lasciato il posto a una dolce e suadente voce femminile nella lunga e conclusiva “Under Mulmet”, traccia alla quale spetta il ruolo di riassumere un po’ tutte le sfaccettature e i cambi di umori presenti nell’album. La canzone in sé è meravigliosa, estrema, progressiva e geniale, ma non è sufficiente da sola ad imbrigliare lo stile di una band così imprevedibile e cangiante nello spazio di pochi secondi. Un progetto folle, senza limiti e quindi con infinite possibilità di espandere la propria arte in qualsiasi direzione, deliziando orecchie e cervello degli ascoltatori più aperti mentalmente.

(Matteo Piotto) Voto: 10/10