(Chaos Records) Solo un album nel 2015 appunto intitolato “Gateway”, poi soltanto EP per Robin Van Oyen il musicista di Brugge che gestisce l’esistenza di questo moniker. La sua è una visione oscura del death/doom e crea ora un altro EP, “Flesh Reborn” che rappresenta forse il massimo grado estetico possibile. Questo abisso dura venticinque minuti circa e sprigiona suoni roboanti, cavernosi quanto putrescenti e maledetti. Gateway è l’oscurità più fitta e nella quale risuonano frequenze pregne di dannazione. Alternando fasi spedite e nichiliste ad altre lentamente decadenti, marcate da atmosfere lugubri Gateway bilancia passi tra i due summenzionati generi e fondendoli in una forma forse non perfetta ma altamente rispettabile nella sua resa. La malinconia e la decadenza del doom riescono ad emergere, come nel caso di “Rack Crawler”, pur all’interno di potenti tempeste dai contorni death metal.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10