(Steel Shark Records) Una immagine molto true, un sound grezzo ma efficace, solo sette brani ma tutti straight in your face: i Gengis Khan di Frank Leone, attivo fra le altre cose con i Vescera, sfornano (pur con qualche piccola sbavatura) un secondo disco di heavy metal ultra-ortodosso, dall’attitudine vagamente Motörhead ma dal sound molto più duro e pesante. L’essenziale scaletta si apre con il riff classico e potente per “No Surrender”, un brano estremamente muscolare e granitico, che ripete forse un po’ troppo il refrain. Chitarre priestiane e ritmo cadenzato per “He’s the King”, grande approccio heavy/power in “Reinventing the Fire”, dove però la strofa è forse troppo rigida e ripetitiva. Le chitarre di Neil Grotti e Frank Petrone sono ispirate in “Taken by Force”; con qualche influsso doom nella prima parte di “Warriors in the Fields”, guidata da un altro riffone massiccio, arriviamo rapidamente alla fine. Band sicuramente fatta per stare su un palco, i Gengis Khan hanno i numeri per convincere i defenders che non si saziano con i ‘soliti nomi’.

(René Urkus) Voto: 7/10