(autoprodotto) Con il secondo lavoro (il seguito del debutto “Imaginary friends”, recensione qui) dei Geometry of Chaos, Fabio La Manna e Davide Cardella si spingono oltre, dipingendo un nuovo soggetto, osservandolo però più da lontano, con una visione più panoramica, più completa, più ricca di dettagli ed influenze. Cresce la teatralità e quel feeling da ‘concept’, aumenta in modo impattante quella progressione narrativa che porta alla composizione di brani lontano dagli schemi prevedibili, piuttosto sempre in evoluzione, in crescita, seguendo la storia, seguendo i molteplici percorsi, cercando nuovi sentieri, nuovi orizzonti, nuovi obiettivi. “Tulpa” offre tanto, tantissimo metal, di ogni tipo: è aggressiva, è oscura, è introspettiva, è feroce. La title track, con i suoi dodici minuti abbondanti non ha confini: nel riffing strettamente metal emergono tastiere con discendenza symphonic black, il crescendo è trionfale, gli ambiti tetri incutono terrore e le parentesi atmosferiche ricercate lasciano trapelare inquietudine, con quel crescendo immensamente prog, melodico, virtuoso, esplosivo. Pianoforte e chitarra giocano tra loro su “Distant Voices”, prendendo per mano e conducendo sulla favolosa complessità di un brano come “Lies of Vampire” che tocca livelli di poesia progressiva immensi, con ritmi irregolari, un sassofono sensuale, accenti teatrali ed una musicalità semplicemente magistrale. In chiusura lo strumentale “Creatura”, un altro sentiero che si inerpica verso vette di tecnica musicale e cime emozionali irresistibili. Le chitarre, il basso (e la voce su “Distant voices”) sono di Fabio La Manna, mentre la batteria è curata dal collega Davide Cardella. I due affidano le tastiere a Charles Soulz (Imago Mortis), mentre lo stupendo sassofono su “Lies of Vampire” è suonato da Patricio Böttcher, artista già apparso anche sul penultimo album dei grandiosi Thy Catafalque; le voci sono ancora una volta state affidate a Marcelo Vieira (lead vocals), a Ethan Cronin (lead su “Tulpa”, growl e backing vocals su “Imaginary friends”) ed a Elena Lippe (ospite su “Imaginary friends”). Un concept legato a tematiche che analizzano quanto sia arduo sia il cammino di chi cerca di farcela con le proprie forze, nonostante il bisogno di aiuto nei momenti più difficili; un lavoro complesso, intenso, ricco, curato, esaltante, coinvolgente, con quelle combinazioni tematiche a volte contrapposte, quell’incedere prog che continua a strizzare l’occhio ad un ventaglio ampio di generi, dal black sinfonico al rock più travolgente; se Geometry of Chaos era un progetto che prendeva spunto dalle radici progressive della loro precedente band, gli Alchemy Room, ora con questo nuovo lavoro, siamo davanti ad una nuova realtà, ad una nuova galassia musicale, ad un nuovo mondo sonoro da visitare, esplorare, gustare, scoprire. Amare.

(Luca Zakk) Voto: 9/10