(Pavement Entertainment) I Ghost Season sono un connubio tra la vecchia tradizione melodic metal con le interferenze del thrash metal e forti derivazioni moderne. La band nasce in Grecia con l’idea di portare avanti un progetto che non suonasse old style, ma quanto meno invaso da tendenze attuali. Queste ultime sono disparate, per esempio una sottile vena Disturbed si riesce a percepire in un paio di canzoni, al contempo il lato old style presenta melodie scandinave in questi pezzi che risultano immediati. Le chitarre di Nick Christolis lavorano bene sia nei riff che in fatto di armonizzazioni e assoli. La base ritmica di Helen Nota, batterista, e Dorian Gates, basso, sono la dorsale sul quale sia Christolis che il cantante Hercules Zotos, riescono a tenere ben saldi i piedi e sviluppare tutti i loro discorsi. Zotos è bravo, non è solo questione di capacità vocale, ma anche il suo sapere interpretare i testi, metterci passione e dunque avviarsi a più soluzioni. Un cantato dinamico è qualcosa che giova anche alla musica. Il precedente EP “Ghosts Like Her” vedeva una formazione diversa, poi la Nota e Zotos sono entrati in formazione e dopo poco più di due anni ecco questo primo album per un’etichetta statunitense. Facile pensare che la Pavement abbia adocchiato la band di Atene perché sa mettere in conto sia un metal ben strutturato con principi vecchi e non troppo, nuovi e di fatto piuttosto americani. Infatti lo stesso approccio vocale di Hercules Zotos a volte potrebbe portare a ricordare gli Alter Bridge, e non da meno la musica. “The Highway Part II” è un esempio, tuttavia il peso specifico della musica dei Ghost Season è molto più metal rispetto a quello degli americani. Per quanto i Ghost Season siano giovani e non presentino grosse novità, è certo che le loro canzoni siano ben scritte. Funzionano!

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10