(Non Serviam Record) Band che emerge dalla scena black di Barcellona, che debutta con un certo impeto, regalando un album di black metal sinfonico aggressivo, violento, certamente teatrale, ma non per questo meno aggressivo e sulfureo. In verità si tratta di un mezzo debutto, visto che quasi tutti i membri hanno già militato negli Oblivion, entità che comparve (per poi scomparire subito dopo) nel 2003 con un demo (“Stormy Eyes of Revenge”) , prova che condusse la formazione in giro per l’Europa, anche in tour con i norvegesi Ancient, prima dell’oblio. Lord Ashler era la voce, ora basso, Arash era e rimane saldo alla sei corde, torna Javi Iron (batteria e tastiere) il quale nel frattempo ha intrapreso una bella carriera nel mondo del cinema e dei media… mentre arriva da oltre oceano (Canada) Alex Caron, il nuovo versatile frontman, capace di passare con facilità da growl profondi a scream disumani assolutamente efficaci, il tutto per una rinascita che fonde l’intensa brutalità del blackened e del black con la grandiosità cinematografica esaltata da frequenti elementi sinfonici. Dieci brani coinvolgenti, impattanti, tanto musicali quanto diabolici: oscura e cadenzata “Wiccan Wyrd”, cresce il dinamismo sinfonico con l’incedere di “The Abysswalker”, deliziosamente massacrante “Fangs of Fate”, brano con una variabilità dinamica incredibile, capace di passare da blast beasts disumani a ambiti atmosferici immensamente suggestivi. Potentissima “Through the Gates of the Silver Key”, sognante “Falcon of Darkness”, drammatica “With Souls Reborn”, uno dei brani nei quali la componente sinfonica è tanto immensa quanto minacciosa, mentre il vocalist interpreta con brutalità ogni passaggio, mettendo in vista il suo vasto dinamismo. In chiusura un altro capitolo graffiante come “Pain Remains the Core of this World”, pezzo che non ci nega il masochista piacere dell’head banging, prima dell’imprevedibile, progressiva e conclusiva “A Silent Scream”. Sono appena arrivati? O sono forse tornati? Non è che poi conta molto; resta comunque notevole la qualità dell’intero album, dalla ricercata composizione agli intelligenti arrangiamenti, dall’ambientazione intensamente diabolica all’esecuzione sempre efficace e provocante; un album qualitativamente al pari (quando non superiore) di bands molto più note, più nordiche e solitamente prese come esempio; questo -nella vasta scena- potrebbe essere nua cosa abbastanza comune, tuttavia non dobbiamo dimenticarci che qui siamo solo al debutto…
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10