(Scarlet Records) Glasya è una band symphonic metal lusitana oggi al terzo album, con alla voce la notevole Eduarda Soeiro. I Glasya hanno realizzato un album che si discosta un po’ da quanto hanno fatto in precedenza. “Heaven’s Demise” nel 2019 è stato seguito da “Attarghan” nel 2022, un concept che si rifaceva all’antichità persiana e proponendo dunque anche qualche sonorità esotica. Se il precedente album ha visto qualche punto di contatto con gli Epica, i Glasya oggi si mostrano maestosi, pensano in grande e il loro metal appare curato, forse anche grazie a una produzione ben superiore al passato. In “Fear” si riscontra una buona coabitazione tra voce femminile e maschile, in passato decisamente scolastica, poco contributiva. Dal punto di vista ritmico c’è un Bruno Ramos più pulito del solito alle pelli, anche se in tal caso interviene una produzione che leviga il suo sound. I Glasya ricorrono ancora una volta al concept, la storia di una donna messa di fronte alle proprie paure che deve superare. La forma del concept determina qualche lungaggine nell’album, nonché passaggi per delineare la storia che sono poco utili al fluire della musica. Sulla musica l’unico appunto è sulle chitarre che potrebbero smetterla di tendere continuamente a ritmare: di fatto la coppia Hugo Esteves e Bruno Prates, dei sei musicisti della band sono quelli attesi a qualcosa di più. “Fear” accoglie i buoni contributi vocali di ospiti come quelli di Fernando Ribeiro (Moonspell, band nella quale la Soeiro milita dal vivo) in due canzoni, Michele Guaitoli (Vision Of Atlantis), Sara Leitão (Dark Oath) e il tenore Filipe de Moura. I Glasya due buoni album li han decisamente tirati fuori negli ultimi tre anni e continuando a lavorare in questo modo potrebbero rendere la loro musica sempre più accattivante e di sostanza.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10




