copgloriorbelli(Agonia Records) Sempre originali i francesi Glorior Belli, capaci di sviscerare l’essenza del black metal, e fonderlo con elementi espressamente sludge e doom, creando una distinta e personalissima idea di black’n’roll. Nonostante i molti membri della band, dal 2002 ad oggi, si tratta sostanzialmente della one man band di Billy Bayou, personaggio che principalmente si dedica a chitarra e voce. E’ molto coinvolgente il risultato di questo sesto full length, tanto che gli innumerevoli elementi integrati fanno spaziare su moltissimi fronti. “Ain’t No Pit Deep Enough”, ricca di melodia, ricorda il sound del melodic death metal, mentre “Blackpowder Roars” ha quel feeling quasi southern che la rende un vero esempio di come il black’n’roll dovrebbe suonare. Riflessiva e decadente “A Hoax, A Croc!” fino a metà della durata, per poi scatenarsi in con potenza e determinazione. Maledettamente coinvolgente “From One Rebel To Another”, in perfetta sintonia con la direzione sonora del progetto, mentre per appagare un sano desiderio di violenza musicale, di black metal tirato con una radice melodica, è sicuramente imperdibile la bellissima “I Asked For Wine, He Gave Me Blood”. Trionfale ed oscura “The South Will Always Know My Name”, con il suo riff lento ma estremamente tagliente, altro pezzo che verso la metà cambia direzione scatenandosi con un altro esempio di black’n’roll, sempre con un occhio verso melodie oscure e decadenti. Capolavoro, anche se corta, la strumentale “Backwoods Bayou”, basata su una chitarra calda, una ritmica isterica, ed un basso che crea una atmosfera che fa viaggiare la mente. Creata per un sano headbanging “Built For Discomfort”, sempre con quella geniale capacità di mischiare melodie oscure con ritmiche esaltanti, mentre la conclusiva title track torna a quell’impostazione già sentita sulla strumentale, dove arpeggi micidiali sostengono un riff semplice ma d’effetto, e questo con ancora una volta il basso riesce a raccontare idee che spesso in questo genere sono censurate: un basso che è uno strumento indipendente e non un semplice accompagnatore di riff da chitarra. Questo pezzo ha un crescendo imponente e quando entra la parte cantata si trasforma in un qualcosa che ricorda una condanna, un destino disperato, una decadenza eterna. Un album bizzarro, diverso, ma molto ben suonato, ben arrangiato. Le linee di basso sono sempre calde e riescono a sostenere con un dinamismo speciale quei riff sporchi ma pieni di suono che Billy riesce a partorire. Un ottimo esempio di musica che osa spingersi verso certi confini e nel farlo riesce a dare vita ad un nuovo feeling, ad un nuovo concetto, ad un livello di coinvolgimento irresistibile. I puristi del black forse non amano questi approcci, ma Glorior Belli punta a menti aperte, a gente che sa gustare musica infestata da un groove micidiale, suonata con passione ed alta qualità, capace di riscrivere idee e di generare nuove emozioni.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10