(Ashen Dominion) Da un gruppo con un nome così, un titolo di debutto di questo tipo e una copertina che non lascia poi molto all’immaginazione, nessuno si sarebbe sognato di pensare diversamente questo album da come effettivamente suona. Black ucraino senza troppe perifrasi, una catena di canzoni molto veloci, dall’atmosfera funerea e dalla tecnica suadente come solo il black puro sa avere. Certo, in questi casi non si pretende nulla di nuovo ed in effetti nulla si aggiunge al patrimonio del genere… ma poi uno ci pensa sopra un po’ e capisce che forse, in un’era caratterizzata dalle mega pompate sinfoniche dei Dimmu Borgir, i veri innovatori sono coloro che riscoprono le proprie origini e ridiffondono il verbo nero così come era stato fatto all’epoca della sua nascita, ormai un quarto di secolo fa. Un piacere è quindi rendersi conto ogni volta che capita che c’è chi ancora ci crede ad un certo modo di fare musica e trasmettere emozioni, cosa che i Goatreich fanno dall’inizio alla fine dell’album, senza bisogno di chissà quali strumenti di produzione.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10