copGoddamn(Necromance Records) Giungono al primo full length gli Spagnoli Goddamn, attivi dal 2009 e con all’attivo un EP (“No Hay Dios”, uscito lo stesso anno) e il maxi single “From The Ashes” (2014). La proposta musicale del quintetto Iberico è un metal moderno, ricco di groove e parti pesanti, con alcuni stacchi vicini al metalcore ed arricchito da buoni cambi di tempo (ottima in questo senso la prova del batterista Francisco Llévenes). Il riffing monolitico e pesantissimo, viene spesso reso dinamico da improvvise accelerazioni, sulle quali si innalzano le urla rabbiose e bestiali del singer Juan Angel Martos, dotato di una voce versatile che alterna uno screaming potente e lancinante a parti più gutturali, questi ultimi utilizzati soprattutto nei breakdowns in stile deathcore che di tanto in tanto fanno capolino. Nelle parti maggiormente melodiche, la voce si fa sofferta ed espressiva, ricordando molto da vicino lo stile di Robb Flynn (Machine Head). È proprio la band capitanata dall’ex chitarrista dei Vio-Lence, la maggiore influenza dei Goddamn, soprattutto per quanto riguarda quella vena progressiva affiancata alla brutalità che da qualche anno a questa parte caratterizza le produzioni dei Machine Head, mentre le parti più tirate richiamano da vicino i Chimaira ed i Devil You Know, con alcuniu passaggi molto tecnici e contorti che ricordano i Gojira. Tutti i brani sono di alto livello, ed è quindi difficile sceglierne uno più rappresentativo di un altro. Personalmente, mi ha colpito maggiormente “State Of Mind”, dall’incedere iniziale monolitico, per trasformarsi in una cavalcata thrash/core nel finale. Un album bello massiccio e pesante, ma mai ripetitivo, nonostante le influenze siano piuttosto palesi; questo grazie ad una spiccata abilità nel saperle mescolare, facendo si che ogni pezzo abbia una propria identità ed uno stile riconoscibile.

(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10