copgodflesh(Avalanche Recordings) Quando è stata l’ultima volta dei Godflesh? L’ultima volta con un album vero e proprio? “Hymns” nel 2001, questa è la risposta. Nei tredici anni successivi i Godflesh hanno comunque operato, dato notizia di se, anche per i tanti progetti paralleli di Justin Broadrick (Jesu, Palesketcher, Final) e le vicende del socio GC Green. In autunno pare che sarà la volta di “A World Lit Only by Fire”, il nuovo album, ma nell’attesa iniziata oltre dieci anni fa, ecco un’anteprima attraverso questo EP di 20’ composti da quattro pezzi che rispecchiano Broadrick e Green al cento per cento. Delizia per i loro sostenitori e soliti appunti critici di quanti hanno sempre da contestare la fredda serialità di una delle realtà più importanti di sempre del post-industrial. ”Ringer” è la solita marcia scandita e impietosa che già è stata ripresentata nella struttura e le sue modalità in tanti album. Nessuna situazione inattesa, ma costante abbattimento della forma canzone attraverso il solito colpire della drum machine che viene rinforzato da un basso borbottante e vivace, ma a tratti anche sfasato nei suoni. Le chitarre rappresentano il solito circolo vizioso fatto di suoni scheletrici e inconsapevolmente robusti, metal e straninanti. “Playing With Fire” rispecchia molto meglio questa ciclicità del suono e dello stile dei Godflesh. Estremamente interessante l’elettronica e il groove imperioso della title track. Non si potrebbe aggiungere molto o trovare nuovi giudizi estetici su un tocco così intenso, e atteso, e indubbiamente uguale a se stesso da diversi anni. Il fascino dei Godflesh resta comunque quell’indimenticabile  sound personale fatto di calcolo, alienazione e forza.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10