(Constellation Records) C’era attesa per questo nuovo lavoro dei Godspeed You! Black Empeor e non poteva essere diversamente. L’etichetta ha avuto la strategica idea di inviare il promo il giorno dell’uscita e quel giorno chissà… è stato perso di vista e dunque questo pezzo arriva tardi. La band, collettivo o orchestra moderna che si voglia definire, fornisce sempre spazio a nuove opinioni, discussioni, approfondimenti. Una delle band più autoreferenziali del pianeta e a suo modo anche snob, ritorna con un album ovviamente segnato dalla pandemia. Materiale scritto on the road, registrato poi più tardi tra mascherine e distanziamento. Ecco “G_d’s Pee AT STATE’S END!” cioè “G_d’s Pee ALLA FINE DELLO STATO!” perché «le attuali forme di governance sono fallite» dichiarano i canadesi, nonostante poi ci sia il timore che possano solo essere pronte a convertirsi in qualcos’altro di peggiore. I GY!BE prendono una strada di denuncia e al contempo anarchica: «questo disco parla di tutti noi che aspettiamo l’inizio, ed è informato dalle seguenti richieste = svuotare le prigioni, prendere il potere dalla polizia e darlo ai quartieri che terrorizzano. Porre fine alle guerre eterne e tutte le altre forme di imperialismo. Tassare i ricchi finché non sono impoveriti. Tanto amore a tutti gli altri perduti e adorabili, questi sono tempi di morte e la nostra parte deve vincere». Ora si pensi pure a quanto è accaduto in un anno, si scorra pure mentalmente i primi giorni, poi i mesi, la speranza che tutto sia finito e dunque il ritorno a una vita segnata da limitazioni e privazioni, con il montare delle inquietudini che diventano terrore vero. Si faccia questo esercizio, la colonna sonora la mettono loro, i GY!BE. Due composizioni brevi e due più lunghe, attraversate da conversazioni captate dalle radio a onde corte. Poi gli strumenti rock, il violino e il flusso sonoro tra post qualcosa, sinfonie moderne, suoni e noise che diventa il solito totem struggente, angoscioso, malinconico. Il tutto si materializza in qualcosa che sembra l’epitaffio della fine, quanto l’inizio di un qualcosa. La musica dei GY!BE è sempre tale: una forma sonora che naviga sia tra gli incubi quanto tra i sogni. Sia tra la finzione che nella nostra disturbante realtà.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10