(Casa Gogol / Cooking Vinyl) Sono passati cinque anni dall’ultimo album dal titolo “Seekers and Finders”, e la band è costantemente in grado di unire il suo punk, funk, rock con quello zigano e cose dell’est Europa. Eugene Hütz, voce della band, americano ma di origini ucraine-russe-rom e soci – la band nasce a New York nel 1993 – hanno pensato come tema portante dell’album alla perseveranza e non da meno alla sopravvivenza. Il Covid-19, la guerra e quanto ancora si abbatte sul mondo, è tenuto in considerazione in questi pezzi fulminei, vivaci, zigani, r’n’r, etnici e i Gogol Bordello lo cantano con il piglio dei cantastorie, con la fierezza dei patrioti e la fermezza di chi crede e non molla; attraverso tredici pezzi dei circa quarantanove minuti di questo ottavo album dei Gogols. “Solidartine” è pieno di atmosfere colorate, anche goliardiche, per un clima vivo, pulsante, passionale e coinvolgente. Geniale la ripresa di “Blueprint” dei Fugazi ma è brillante “I’m Coming Out”, con voce femminile al seguito, è una canzone che vuole andare oltre il sorriso e lasciare parlare il cuore. “Solidartine” ha i suoi tanti momenti di coinvolgimento: l’irruenta “My Imaginary Son”, “Got Guidance”, “Knock for Life”, “Huckleberry Generation” e la vorticante, dunque trascinante “Forces for Victory”. Il resto non citato non è da buttare, ha tanti e ulteriori colori dalla tavolozza dei sette musicisti che riempie ogni gamma cromatica atta dipingere sensazioni ed emozioni. Slavi Gogol Bordello!

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10