(Atomic Stuff/logic(il)logic) Possente essere non umano, androide dalla forza mostruosa. Mani artificiali con una forza aliena si chiudono a pugno e si abbattono sul suolo, generando un’onda d’urto terribile, devastante, annientamento totale,annichilimento completo. Queste sono le sensazioni che si provano quando parte questo album. Una fusione di hard (molto hard) rock, gothic metal, power metal, progressive metal. Un miscuglio di energia allo stato puro, selvaggio, primordiale. Un nucleo incandescente che esplode in ognuna delle undici tracce di questo primo lavoro degli Italiani Golden Sextion. E’ veramente notevole la potenza del suono che riescono a produrre. Per certi versi ricordano i finlandesi Poisonblack, ma in versione molto più diretta, molto più pesante, più rock. Musicisti di prim’ordine. La chitarra di Loose è ricca, e riesce a sprigionare assoli fantasiosi, dinamici, assolutamente godibili. Ritmiche aggressive, perfettamente coordinate, con idee d’impatto che non possono non rendere aggressiva un’esecuzione live, sia come impatto sonoro che visivo. La batteria di Jean è tuonante. Non potrebbe essere altrimenti. Non c’è un solo colpo inferto alle povere pelli che non risulti avvolgente. Faust al Basso scatena un suono caldo ma dannatamente aggressivo, metallico, vibrazione di  acciaio a frequenze basse, cupe, sensuali. In cima, sopra questo monumento alle onde sonore, troneggia Fabian, un cantante che veramente può fare ciò che vuole: grida fino a spaccare, scende cupo fino ad intimidire, avvolge fino a far percepire il calore. Sono sicuro che sarebbe capace anche di un potente growling. Non gli manca nulla, e non fa nulla per nasconderlo, esibendo una performance vocale di primissimo livello su tutte le canzoni. Quattro amici con la passone per la musica e la vita. Loro si definiscono così. Scrivono canzoni che parlano del vivere, di cose successe, di eventi che colpiscono. Parlano delle gioie dell’esistenza ma anche del marciume quotidiano. Toccano argomenti vasti, lo fanno sempre con un attitudine adulta, matura, rivelando la loro visione della vita stessa e del mondo che calpestano. Fluido e divertente l’ascolto del disco: la opener “Hi-Tech Love”, cattiva, ben strutturata, ad un passo dal thrash. “White Wall”, che ha componenti rock stupende, con una melodia accattivante. Headbanging senza pietà su “Sex n’ Roll”,la quale invade il mondo southern rock, e la bellissima “Jesus on My Back”.  La potenza pura si scatena in “Saints Are Gone”, e continua anche su “Hidden Truth” la quale offre un intermezzo melodico, quasi un momento riflessivo, pace mentale prima della pesantissima “My Pain” caratterizzata da uno degli assoli più belli e coinvolgenti dell’intero disco: dita di Loose che volano sul manico. Air guitar per l’ascoltatore che non può resistergli. Chiude un pezzo deliziosamente strano. Il mio preferito, anche per il contenuto lirico: una canzone che è un po’ rock, un po’ gothic, un po’ power, ma dannatamente chiara, penetrante, dove Fabian da il meglio di se. Un altro made in Italy. Un altro marchio di qualità. Un altro esempio di ottima musica. Un mix di potenza, calore, romanticismo e passione. Album che rappresenta 50 minuti di sensazione. Lo suggerisce la band stessa: chiudete gli occhi e fate un profondo respiro…

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10