copgorganera(Autoproduzione) Secondo gesto discografico per questa band aretina, il cui sound alberga in un death con esili punte blackened dalle fattezze oscure e possenti. L’oscurità risiede nelle atmosfere, la possanza è nei pattern ritmici e nel riffing macchiato da un groove tonico, arricchito da un basso nerboruto. Come dei Bolt Thrower che puntano a un atteggiamento brutale. Autori di un concetto che si annida in questi pezzi cantati in italiano, “ovvero l’evoluzione del proprio IO nella vita che ognuno di noi affronta e in tutto ciò che la rappresenta e in essa racchiude”, all’interno di una società che plasma e incattivisce gli individui. Nonostante vi sia un qualcosa di acerbo negli arrangiamenti dei brani, come il fluire tra le singole parti che costituiscono i pezzi, i GorganerA esibiscono comunque una solidità del sound proverbiale e un discreto tocco personale, finendo sull’ascoltatore con un impatto pesante. Se da una parte le chitarre sanno erigere un imponente muro sonoro, discontinuamente riescono a far emergere delle melodie tenebrose. L’insieme sonoro è rinforzato da una voce che esprime un cantato in grado di lasciare intendere ogni tipo di missiva. I GorganerA dimostrano di avere una direzione ben chiara e “Proximi Divinitatis” è un lavoro che a conti fatti risulta piacevole.

(Alberto Vitale) Voto 7/10